Domanda: quanto è importante il ruolo delle amministrazioni locali nel costruire una vera smart city?

Risposta: È fondamentale, perché per avere una città smart è necessario che l’amministrazione adotti un approccio smart al governo dell’ecosistema urbano. Il decisore pubblico deve privilegiare un approccio che possa integrare quanto più possibile i diversi ambiti (tecnologico, urbanistico, politico, culturale e manageriale) che permettano di promuovere un miglioramento della vivibilità delle città e la risoluzione di problemi sociali e ambientali. In tal senso, il ruolo degli enti locali deve essere proattivo sia in una prima fase di raccolta delle esigenze dei cittadini e dei loro fabbisogni sia nella seconda di programmazione e nella scelta degli strumenti da utilizzare.

Domanda: crede che il post-pandemia abbia cambiato il concetto di smart city e la visione che i cittadini hanno della propria città?

Risposta: Assolutamente, soprattutto in Italia dove la pandemia ha colpito duramente e ha anche provocato cambiamenti nello stile di vita e nella percezione della priorità dei valori di comunità. Assistiamo ad una tendenza in cui perde peso l’individualismo e ritorna al centro la collettività

La pandemia e il climate change hanno messo in discussione il rapporto tra città ed abitanti. I cittadini desiderano una città a misura d’uomo; si sta diffondendo, infatti, il concetto di Human Smart City ossia una città che ridisegni infrastrutture e servizi, coniugando innovazione tecnologica e sostenibilità a vantaggio della collettività.

Domanda: in base alla sua esperienza, come potrà ancora evolvere il concetto di smart city?

Risposta: Il concetto di smart city sta cambiando molto rapidamente e, a mio parere, continuerà ad evolvere sulla base delle nuove esigenze dei cittadini. Negli ultimi tempi si comincia a ipotizzare un passaggio da smart city a slow city. Il Sindaco di Milano, in una recente intervista, ha ipotizzato che un modello “città aperta 24 ore su 24” possa non funzionare più e potrebbe essere necessario un rallentamento.

La generazione Z si identifica molto nelle nostre città e vuole contribuire al suo miglioramento. Le città e i progetti di rigenerazione urbana funzionano se si privilegia l’aspetto sociale. Il punto è che bisogna progredire, privilegiando gli elementi di sostenibilità e di inclusione sociale.

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