Venerdì 20 maggio u.s., a Roma, nel Corso di Alta Formazione in Esperto della Compliance, organizzato dal Dipartimento di Scienze Giudiridiche della European School of Economics, diretto dal professor Giuseppe Cassano, si è tenuta la lezione in tema di DATA PROTECTION di Vincenzo Colarocco (Responsabile del dipartimento “Compliance, media e tecnologia” dello Studio Previti Associazione Professionale. Componente della Commissione Protezione dei dati personali del Consiglio Nazionale Forense. È Presidente del Circolo Giuristi Telematici, Direttore Esecutivo di Lex Digital e dell’Osservatorio Diritto di Internet, membro del Centro Studi Informatica Giuridica).
Nell’occasione è stato presentato il volume IL PROCESSO DI ADEGUAMENTO AL GDPR, a cura di Cassano Giuseppe, Colarocco Vincenzo, Gallus Giovanni Battista, Micozzi Francesco, Giuffré, 2022
Abbiamo rivolto al docente alcune domande che, corredate della relativa risposta, condividiamo.
- Avendo riguardo agli ultimi sviluppi in tema di metaverso, intelligenza artificiale, robotica, secondo Lei quali sono le sfide più complesse da affrontare?
La crescita esponenziale dell’“universo digitale” può comportare un trattamento maggiore di dati personali inerenti alle interazioni sociali, giungendo a profilare gli utenti attraverso gli strumenti di intelligenza artificiale. L’accesso ad una sempre maggiore quantità di dati è di certo un patrimonio ambito dalle aziende. Tuttavia, anche in una realtà parallela, come quella del metaverso, è necessario che si coltivi la cultura della trasparenza, con particolare riferimento alle modalità e finalità di trattamento dei dati personali. La comunicazione efficace, potrebbe passare, ad esempio, attraverso, immagini, video, banner, pop-up, etc., con l’obiettivo di rendere consapevole l’utente, ricorrendo ad ogni strumento che la tecnologia mette a disposizione: dobbiamo costruire l’Umanesimo Digitale.
- Parlando di temi privacy “caldi”, cosa pensa della questione cookie?
L’adozione delle Linee Guida del Garante privacy, entrate in vigore lo scorso 10 gennaio, ha cercato di agevolare l’internauta nella gestione dei cookie cosiddetti “profilanti”, attribuendo la facoltà di continuare a navigare solo con l’impiego dei cookie necessari al funzionamento del sito. Il problema, però, è che se l’utente non presta il consenso, viene concretamente meno l’opportunità di inviare pubblicità tanto profilata quanto generalista. Ciò potrebbe indurre alcuni gestori di servizi a modificare le proprie linee imprenditoriali, un po’ come sta accadendo in Francia, dove la testata giornalistica “Le Monde”, in buona sostanza, offre le notizie a pagamento, considerando l’accettazione di cookie profilanti – quindi il trattamento dei dati dell’utente – alla stregua di un corrispettivo. È certamente un argomento che apre importanti riflessione e sul quale si svilupperanno interessanti dibattiti soprattutto sulla data monetization, che porterà all’ideazione e applicazione di nuove soluzioni alternative.
- Cresce l’attesa per la pubblicazione del nuovo accordo tra UE e USA per il trattamento transfrontaliero dei dati personali. Cosa dovremmo aspettarci, secondo Lei?
Questo nuovo accordo rappresenta, fuor di dubbio, un segnale significativo. Non dimentichiamo che il trattamento transfrontaliero dei dati personali è uno dei temi più scottanti a livello privacy. Ciò, in particolare, per le numerose e pesanti sanzioni che hanno colpito le aziende, specie all’indomani della caduta del “Privacy Shield”. Le aspettative sono alte, si tratta del risultato di oltre un anno di negoziati tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti, quindi, si richiede l’attuazione concreta di quanto concordato semplicemente per principi.
L’obiettivo potrà essere raggiunto unicamente se si riuscirà a garantire flussi di dati sicuri e protetti tra UE e USA, in virtù di una base giuridica affidabile, a sostegno della cooperazione economica e della competitività della transizione digitale.