Via al Comitato sull’intelligenza artificiale dell’Agcom
Complimenti al nostro Direttore di Dipartimento, prof. Giuseppe Cassano, per la nomina a membro.
Read moreSi è tenuta nella sede di Roma, nel Corso di Alta Formazione in Corso di Alta Formazione in Esperto della responsabilità Medica, del Dipartimento di Scienze Giuridiche diretto dal prof. Giuseppe Cassano, la lezione dell’avv. Luigi Viola, uno dei massimi esperti in tema, così intitolata <STANDARD PROBATORIO NELLA RESPONSABILITÀ MEDICA, INTERPRETAZIONE DELLA LEGGE CON MODELLI MATEMATICI, LIBERO CONVINCIMENTO E VINCOLO ALLE PROVE, PIÙ PROBABILE CHE NON TRA PROBABILITÀ FREQUENTISTA E BACONIANA >.
Abbiamo fatto al Relatore alcune domande, alle quali gentilmente ci ha risposto
Nasce dall’esperienza di attività di avvocato: ho notato che l’incertezza giuridica è molto elevata, ma la principale causa viene dalle regole sull’interpretazione che, spesso, vengono utilizzate con totale discrezionalità. Ciò determina, per l’effetto, che si arrivi ad affermare per ogni questione la verità di una tesi, al pari del suo opposto: questa è una contraddizione in termini, che determina un eccesso di incertezza per tutti. E l’incertezza determina diseguaglianza: a parità di fatto, alcune situazioni giuridiche vengono trattate in modo diseguale. Per risolvere un problema di incertezza, si possono utilizzare le c.d. scienze esatte, tra cui brilla per importanza la matematica: magari non in tutti i settori dell’ordinamento (come la famiglia), ma in molti si può fare. Siamo arrivati a tabellizzare la sofferenza umana, per il tramite delle c.d. tabelle del danno biologico, ma non si capisce perché non si possa almeno modellizzare l’interpretazione.
Una modellizzazione corretta delle regole sull’interpretazione può aiutare a prevedere l’esito del processo, almeno ad istruttoria terminata. Questo vuol dire poter agevolare accordi: se l’esito del processo è più prevedibile, allora è più facile trovare un accordo, attraverso le varie forme conciliative. I numeri ottenuti nelle prime sperimentazioni sono entusiasmanti: nell’83% dei casi, si è riuscito a prevedere l’esito di sentenze a Sezioni Unite con diversi mesi di anticipo (in alcuni casi anni). L’importante è salvaguardare il diritto di difesa delle parti.
Si concilia perfettamente ed aiuta a risolvere un equivoco: il giudice non è libero, ma vincolato alle prove. Non può decidere in modo arbitrario, ma in base a fatto provato e diritto interpretato: è soggetto alla legge, infatti, secondo la formula PG : F –> D (letto come il provvedimento giudiziario PG manda il fatto F nel diritto D). Gode certamente di una certa discrezionalità, ma è discrezionalità tecnica, arginata dal significato delle parole della legge secondo la loro connessione, come è stato di recente chiarito anche dalle stesse Sezioni Unite (38596/2021). Anche sul tema delle prove, forse è arrivato il momento di fare chiarezza: il criterio del c.d. più probabile che non meriterebbe di essere rivisto, almeno perché:
Vince il più provato e meglio provato, giammai il più probabile che, a tutto concedere, può riguardare il giudizio cautelare.
Credo che sarà sempre più giurimetrico: maggiore scientificità nell’accertamento, che non vuol dire necessariamente informatizzazione. Spesso si dice che il processo deve restare umano e, per questa via, si vuole escluderne la scientificità; eppure, non c’è niente di più disumano che accettare l’incertezza perché questa implica la vittoria del caso sulla ragione, cioè la vittoria dell’ingiustizia e della disuguaglianza.
Complimenti al nostro Direttore di Dipartimento, prof. Giuseppe Cassano, per la nomina a membro.
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